Ne ho sempre sentito parlare, ma non ci sono mai stato. Arco, il paese dei climber. Quindi io cosa posso andarci a fare? Ho un po’ di titubanza reverenziale ad andare in certi posti, mi sembra sempre di non essere all’altezza. Ma Manuela mi convince ad andare a fare una via e così scelgo una delle più facili della valle per non correre rischi di tornare a casa con una ritirata in doppia per mancanza di grado. Ce la prendiamo comoda visto che la scelta ricade sui Lastroni di Dro che sono al sole solo dall’ora di pranzo in poi. Alle undici siamo alla base della via, dopo una ricerca un po’ inutile visto che questa è proprio lì a qualche minuto dall’auto. Davanti a noi una coppia di tedeschi sta facendo il primo tiro. Mettiamo l’imbrago, guardiamo questa placca fin troppo appoggiata, ci guardiamo e decidiamo di salire slegati e senza scarpette. Via.
I primi due tiri e mezzo ce li mangiamo quasi di corsa, passando la coppia che ora è a un tiro di distanza. Manu è con le scarpe da ginnastica che cominciano a scivolare visto che la pendenza è leggermente aumentata. Mette le scarpette e decidiamo anche di legarci solo per non trascinarci le mezze corde in spalla. Facciamo i restanti cinque tiri e mezzo praticamente in conserva. Infatti appena legati comincio la salita lungo il grande placcone ora quasi senza alberi ma dare corda velocemente è quasi impossibile, così dopo il “libera” posso salire più rapidamente. Si fa un tiro da prima anche la mia compagna di cordata, il suo primo, visto che poi in sosta è esonerata dal fare manovre oltre ad assicurarsi con una longe e far passare le corde in un moschettone (tanto qui se si scivola basta un nulla per fermarsi).
L’ultimo tiro è forse quello più divertente, dove bisogna risalire un muretto per poi continuare proprio sopra di esso fino all’ultima sosta. Unico tiro dove preferisco farmi assicurare e dove assicuro Manuela. Direi che come via può essere buona per una giornata didattica. Di certo i gradi letti nelle relazioni non sono quelli che abbiamo in Friuli, visto che un III+ da noi è decisamente più impegnativo. Ma va bene così.
Alla fine dell’articolo potete trovare la relazione di salita
Dopo la foto ricordo, scendiamo verso destra per traccia e con un sentiero un po’ scivoloso e poi per vigneti torniamo all’auto. Ho voglia di vedere Arco e così andiamo in paese.
Arco è un luogo particolare, ricco di storia e con angoli che sembrano far tornare indietro nel tempo. Le pareti che la sovrastano e dove è posto il suo castello fanno vivere un’aria storica profonda e al contempo proiettano gli amanti dell’arrampicata in un luogo verticale. Mentre passeggiamo lungo le sue vie quello che mi salta all’occhio è che qui più del 50% della gente è vestita da montagna e parla di vie fatte o da fare. Non mancano neppure quelli che rientrano da una via con zaini e corde appese alla schiena. In un certo senso è piacevole e particolare, in un altro sembra un parco giochi all’aperto. Però non mi dispiace.
Dopo aver pranzato, Manuela decide di portarmi a fare la breve ferrata del Colodri. Partendo del campeggio, prendiamo grazie alle tabelle il sentiero che in pochi minuti ci fa trovare il cavo. Una famiglia, anche questa volta di tedeschi, si sta imbragando e mettendo il casco. Noi invece, anarchici, saliamo senza nulla. Ci mangiamo la ferrata, straunta, in poco e lasciato il cavo deviamo a destra per raggiungere la grande croce che si vede da valle.
Raggiunta la croce, vuoi non salirci sopra? Detto fatto. Un paio di foto e poi nuovamente nel sentiero, che continua per aggirare tutto il promontorio. Scendiamo correndo fino al paese, esattamente dalla parte opposta da dove abbiamo lasciato la macchina, e così ho modo di visitare per bene questo luogo. La parte vecchia è ancor più bella!
Tornati all’auto è ora di rientrare. Il sole sta scendendo e la giornata è finita. La mia prima volta ad Arco. Tornerò, e credo presto. Grazie Manu!
RELAZIONE
Nome via: Prima lezione per i piedi
Ripetitori: Favret Andrea e Manuela Dal Moro
Data: 27 settembre 2014
Zona: Dro (TN), lastoni di Dro
Parete: Ovest
Sviluppo: 361 metri
Dislivello: 300 metri
L’attacco si trova lungo il sentiero che passa sotto la grande placca, visibile già dalla strada. Ci sono le indicazioni lungo il tratturo, la sosta di partenza può essere fatta grazie agli alberi e una piccola freccia blu indica l’esatta partenza.
Primo tiro. Salire dritti su placca fin troppo appoggiata. Rimanere fra i ciuffi d’erba fino a incontrare la sosta (II). 48 metri
Secondo tiro. Salire dritti e poi leggermente verso sinistra (II) fino ad entrare nel gruppetto di alberi (II+). Appena si ritrova una placca, sostare sull’ultimo albero. 52 metri
Terzo tiro. Salire la placca in obliquo fino allo spit (III-), poi traversare a sinistra e si riprende a salire dritti sul placcone ora con un po’ più di pendenza. Usare bene le rigole che scendono (II) fino alla sosta. 45 metri
Quarto tiro. Salire ancora dritti (II) per poi obliquare leggermente a sinistra dove si incontra la sosta (II+). 55 metri
Quinto tiro. Ancora a sinistra fino alla sosta (II+). 45 metri
Sesto tiro. Dritti all’interno delle rigole fino alla sosta (II). 45 metri
Settimo tiro. Arrampicare dritti per quasi tutta la lunghezza del tiro (II) e poi leggermente a destra aggirando del verde (III-). 48 metri
Ottavo tiro. Salire fino al muretto (III) e passarlo in prossimità del cordino lasciato in una clessidra (III+). Salire fra buchetti e clessidre sull’unico tratto di roccia fra la vegetazione che porta alla fine della via (II+). 28 metri
All’uscita si trova il libro di via. Per la discesa, dall’ultima sosta deviare a destra per raggiungere il sentiero che riporta alla base delle placche.
Note. La via è protetta con pochi spit distanziati ma ottimi, basta portarsi dietro 6 rinvii e (nel caso di integrare) una coppia di cordini oltre a ciò che serve per attrezzare le soste. Personalmente trovo che i gradi dati nelle varie relazioni lette siano un tantino abbondanti quindi qui li ho leggermente rivisitati, anche se poi su cose così “basse” è abbastanza relativa la cosa. Sicuramente un’ottima via per fare didattica con le manovre.
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