Terza volta che salgo in questa zona con la fissa di scendere il Guslon a Est e finalmente il meteo è dalla mia parte con una bella giornata senza nuvole. Mi metto subito in cammino partendo da malga Pian Lastre e salendo il sentiero CAI 926 che passa in breve dai pascoli a un bel bosco.
Salendo esco dagli alberi che lasciano spazio ai bei verdi pendii poco sotto a costa Schienon. Il sentiero è piacevole e la vista verso Cima Manera e la Palantina come sempre incanta. Arrivo alla sella che qualche giorno prima m’aveva “invitato” a salire la cresta Sud-Ovest del Cornor ma per oggi la mia ricerca di una traccia avverrà in discesa.
Raggiunto il rifugio Semenza, un caffè non può mancare. Rubo un po’ di tempo a Nicoletta parlando del più e del meno e poi la lascio ai suoi lavori visto che sta aspettando il carico da valle. Riparto e giunto a forcella Laste devio a sinistra e rimonto la cresta che mi porta con un paio di passaggi di primo grado fino alla cima del Cornor. I panorami verso il Duranno, cima Preti, Pelmo e Civetta sono magnifici, ma sono ancor più attirato dall’innumerevole quantità di Stelle Alpine che incontro sulla mia strada.
Dalla cima scendo all’omonima forcella e poi nuovamente su per cresta fino al Castelat, punto più alto della giornata a quota 2208 metri slm. Poi l’escursione continua sempre sulla parte affilata che unisce le cime di oggi giungendo all’ultima, ovvero il Guslon.
L’ultimo tratto non presenta grossi problemi anche se si potrebbe fare più facilmente seguendo uno traccia poco sotto sul versante meridionale e risalire per verdi l’ultimo tratto, ma devo comunque stare molto attento perché è pieno d’ortiche e io sono in pantaloncini corti!!! Ogni tanto mi tocca quindi saltellare da una roccia all’altra per non essere punto, ma riesco ad arrivare alla croce di vetta illeso.
Comincia la discesa. Tracce non ce ne sono così mi tengo lungo la dorsale e zigzagando fra l’erba seguo alcuni passaggi d’animali. Faccio un paio d’ometti prima di trovarne uno già esistente che mi fa capire che sono sulla giusta strada. Ancora sulla dorsale verso un’ampia sella che verso oriente cade su scoscese pareti e raggiunta seguo il canale che scende proprio da essa.
Nel canale un ometto più in basso mi guida, poi oltre a esso qualche sparuta traccia qua e là m’aiuta nella discesa, ma è più un cercare dov’è meglio scendere che non un seguire un percorso che in realtà non esiste. Anche qui erigo un paio di ometti per i posteri, benché non so quanti verranno a ripetere un giro senza un vero sentiero.
Arrivato alla fine del canale ho praticamente finito il giro e mi manca solo una strada bianca che mi riporta alla macchina per togliere zaino e scarpe, ma prima ho la fortuna d’incappare in un bel po’ di fragoline di bosco che non mi lascio scappare e che sembrano un premio meritato per la giornata passata.
Un bel giro, particolare e da cercare, ma sicuramente appagante. A chi ama l’Alpago direi di non lasciarsi scappare l’occasione di ripeterlo.
Pingback: Lista trekking, escursioni e passeggiate | RITORNO ALLE ORIGINI·