Questa mattina si doveva andare altrove con Nicola e invece siamo costretti per causa di forza maggiore a ridurre il giro causa mancanza di tempo. Pazienza. La scelta ricade così sulla vicina cima Manera, ma decidendo di percorrere il pezzo di sentiero CAI 925 che da forcella val Grande porta al bivacco invernale del rifugio Semenza, parte che nessuno dei due ha mai percorso prima. Comunque di buon mattino ci ritroviamo dal centro del Piancavallo (PN) a scendere verso la sorgente Tornidor, forse la parte più noiosa del giro.
Scendiamo veloci lungo il pian Mazzega fino al pian delle More dove raggiungiamo la fonte incanalata in un abbeveratoio. Qui inizia il 925 che sale inizialmente ripido lungo la val Grande, mentre il monte Caulana sembra osservare dall’alto tutto quello che succede sotto di lui.
Saliamo tranquilli ma con buon passo e poi andare in giro con Nicola è sempre piacevole, ha sempre qualche cosa da raccontare e difficilmente rimaniamo in silenzio; dopo un’ora di cammino gli si accendono gli occhi quando racconta della sua salita lungo il famoso diedro Cozzolino, quello che era un sogno. Eh, forte il Nico.
Arrivati in forcella il panorama si apre verso l’Alpago e il Veneto, decisamente fantastico. La giornata praticamente senza nuvole aiuta con il suo cielo blu a rendere tutto ancor più bello. Distanti appaiono le Dolomiti, ma la nostra vista cade sui più vicini Guslon e Cornor, spostando avanti i giorni del calendario e pensando alla neve che verrà e alle sciate che si potranno fare.
Dalla forcella iniziamo il tratto che entrambi non avevamo mai percorso. Il pezzo di sentiero non è lungo ma l’ambiente è unico, soprattutto a causa del carsismo che qui è evidentissimo con le sue enormi buche.
Giunti al bivacco ci portiamo fino alla seconda forcella della giornata, quella che sovrasta il rifugio Semenza. Ancora panorami che si sdoppiano. Questa volta la finestra si apre verso la piana del Cansiglio, ancora verdissima e circondata dal suo bosco secolare. Qui ci prendiamo una lunga pausa prima di rimetterci in cammino.
L’escursione prosegue a cima Laste. Salita veloce e semplice. Sulla cima la vista diventa un girotondo a 360 gradi, e se sulle Dolomiti il cielo è blu, verso Sud sembra invece un grande mare. Tutta la pianura è coperta dalle soffici nubi e noi ci siamo sopra con il sole che rende questa giornata più primaverile che autunnale.
Dopo il godimento per gli occhi, tramite la cresta e con qualche passaggio su roccia aiutati da un cavo metallico, raggiungiamo il punto più alto della giornata, ovvero Cima Manera a quota 2251 metri slm. Ancora una pausa prima di continuare.
Dal Cimon del Cavallo scendiamo per la ferrata Sud, ma non è ancora il momento il rientrare. Raggiunta forcella dei Furlani non scendiamo ma proseguiamo verso l’omonima cima. Qui, oltre alla cresta della sella, niente cavo ma un paio di passaggi di primo grado che ci fanno riprendere quota per raggiungere la terza e ultima vetta della giornata, che è anche quella dove ci siamo conosciuti Nicola e io due anni fa.
E’ ora di scendere. Siamo stati veloci ma dobbiamo salutare anche il Cimon dei Furlani. La via è quella verso Sud che ci deposita all’inizio della Val Sughet e poi per il sentiero CAI 924 nuovamente in Piancavallo e alla macchina.
Giornata strepitosa, sia per il giro che per i panorami, oltre all’ottima compagnia e alla simpatia di Nicola..
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