Mattinata solitaria ma ho già una mezza idea di dove andare. A ferragosto ero salito fino alla casera Laghet de Sora assieme a Marco e subito avevamo osservato le belle pareti che salgono fino alla cima delle Monache e a quella dei Frassin, notando anche un sentiero che tagliava sotto di esse. Così tornato a casa avevo guardato dove conduceva quel sentiero ed ecco pronto il giro, ossia passare per quella forcella e arrivare fino sotto a cima Spe. Detto fatto, eccomi a pian Fontana pronto per l’escursione.
Fino alla casera è lo stesso percorso fatto il 15 agosto, con i bei panorami verso cima Preti e osservando la val del Drap un po’ ghiacciata. Intanto il sole si eleva da Sud scaldando appena l’aria mentre passo per la Laghet de Sote prima d’arrivare sui bei pendii di quella de Sora. Mi crogiolo un quarto d’ora ammirando i panorami e poi mi decido di riprendere la camminata.
Per un breve tratto punto la forcella Val dei Frassin ma poi al bivio mi immetto nel sentiero CAI 389 che mi porta sotto alla cima delle Monache. Passando sotto inaspettate pareti e belle torri, in una ventina di minuti eccomi arrivato alla forcella Pedescagno.
Uno sguardo alle cime Postegae e al Ferrara mentre le nuvole sembrano corrermi incontro nascondendo il sole. Poi un saluto ai Preti ed ecco addentrarmi sulla parte Ovest della valle di Santa Maria dove mi blocco per un attimo di contemplazione su cotanta bellezza.
Ora punto a Nord ma rimanendo in quota. Davant ho forcella e cima Spe, distanti ancora un bel po’, mentre il Cadin degli Elmi da inizio alla lunga catena fatta di pinnacoli e punte che formano gli Spalti di Toro.
Mentre cammino perdo e riprendo quota continuamente ma senza faticare. Il sentiero è semplice, mai esposto, regalando una camminata fluida che fa in modo d’osservare tutto quello c’è attorno, dalle pareti alle cime, partendo dal fondo valle. Camminare così mi fa sentire leggero.
Poi un breve tratto fra ghiaie, non difficile ma ripido dove alla sua fine mi concedo una seconda pausa per mangiare qualcosina, e poi giù ancora su un prato che sembra tagliato per una gara di golf. Mancano gli ultimi 200 metri di dislivello per forcella Spe.
Nell’ultimo tratto il fondo si trasforma come per magia in ghiaia fine. Nulla di preoccupante ma devo porre un minimo d’attenzione. Arrivato al punto più alto della giornata ecco aprirsi il fantastico panorama verso le Dolomiti mentre un’aria fredda che taglia il viso sale da ponente, ma questa non riesce a togliermi il sorriso.
Comincio la discesa ritornando per un paio di centinaia di metri da dov’ero venuto, poi ecco il bivio per il sentiero CAI 356 che mi fa scendere nella val di Santa Maria. La prima parte è ripida, sempre su ghiaie, e poi me ne resto prima a destra e poi a sinistra del letto del torrente.
Prima d’entrare nel bosco cammino sul greto dove l’acqua ha fatto sparire ogni segno e per questo mi prodigo nel fare un paio d’ometti in punti elevati; poi eccomi fra gli alberi su un terreno soffice che regala un minimo di pace alle piante dei miei piedi.
Manca poco, ma ho ancora qualche saliscendi inaspettati che prendo d’impeto per non perdere il passo, mentre il bosco cambia il suo aspetto man mano che perdo quota. Poi scendo fino all’acqua che qui corre sempre fragorosa per un paio di foto.
Prima d’arrivare all’auto voglio godermi ancora qualche minuto di montagna e così vado a sedermi su un prato da sogno, e i pensieri volano su qualche cima futura…
Giro magnifico, con circa 1500 metri di dislivello totali che però non si sentono molto, con un anello nel cuore delle Dolomiti Friulane. Decisamente consigliato!
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