Neve zero ma freddo tanto. Il termometro dell’auto segna meno nove quando parto da casa e dopo la colazione, dopo aver ricomposto il gruppetto con Marco e Michele e esser arrivati in pian delle More, l’indicatore è arrivato a -14,5°C. Indossiamo tutto quello che abbiamo e cominciamo a camminare veloci. Molto veloci.
Seguiamo la strada fino alla sorgente Tornidor e attraversiamo i vecchi pascoli sognando le pareti che salgono dal punto più alto della val Piccola. Seguiamo la traccia e i bolli bianco/rossi del sentiero CAI 925 e cominciamo la vera salita dentro alla val Grande.
La prima parte ha un’ottima pendenza e prendiamo quota e calore in poco. Poi quando la valle passa dal suo aspetto fluviale a quello glaciale, qui incredibilmente ben visibile la transizione, ci ritroviamo all’ombra dello spallone Est della cima che vogliamo raggiungere e di colpo sentiamo il freddo pungerci sotto le vesti. Saranno almeno 18 gradi sotto lo zero. Rimettiamo su le giacche, i berretti ed i guanti che c’eravamo tolti più sotto mentre anche l’aria comincia a soffiare.
Arrivati in forcella il sole sembra scaldare incredibilmente, ma quando Marco versa il tè bollente dal thermos alla tazza, le poche gocce che cadono sul suo piumino si congelano all’istante! Poco male, si sta meglio che dentro la valle appena salita.
Finita la breve pausa riprendiamo l’ascesa e fuori traccia puntiamo direttamente alla nostra meta. All’inizio qualche roccetta dove fare un minimo d’attenzione ma con nessuna difficoltà reale, poi verdi molto congelati e in una ventina di minuti eccoci sulla cima Val Piccola a quota 2133 metri slm.
Rimaniamo una decina di minuti ad ammirare il panorama che qui su è fenomenale. Vediamo il mare, ma siamo maggiormente rapiti da Duranno, Preti, Tre Cime di Lavaredo, Civetta, Schiara, la Gusela del Vescovà… incredibile!
Scendiamo poi veloci verso la forcella senza smettere di guardare il panorama. Il vento ha ripulito da smog e umidità e possiamo solo che ritenerci fortunati per una vista così, benché bisogni pagar pegno per il freddo.
Ancora giù, lungo la valle che avevamo salito, sempre gelida, senza mai fermarci e senza toglierci alcun indumento. Anche quando arriviamo alla sorgente del Tornidor non abbiamo intenzione di toglierci nulla, mentre l’abbeveratoio ci da pienamente ragione sulla scelta. Poi alla fine eccoci all’auto, senza aver mai sudato.
Giornata magnifica, sia per la cima ma soprattutto per la compagnia. Con uscite del genere il freddo passa non in secondo piano, ma in terzo!
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