Non solo montagna! Questa volta il giro è quasi in riva al mare, in un posto veramente suggestivo: le valli di Comacchio. Un giro ad anello di circa 16 chilometri che si snoda lungo il bacino (qualcuno direbbe il mare) su cui si affaccia il piccolo e bel paesino conosciuto per l’anguilla, ma che nasconde meraviglie naturalistiche, storiche e culturali di rilievo.
Con Valentina partiamo la mattina dal centro del paese superando l’antico ponte dei Sisti ci dirigiamo fuori dal centro abitato. Passata una chiusa e attraversato il cavalcavia che collega le sponde del canale navigabile Migliarino – Porto Garibaldi, eccoci sul terrapieno che divede le acque dell’Adriatico dalle terre a lui rubate.
Lungo l’argine le case di pesca si susseguono continuamente. Il sole rende la camminata gradevole anche se il freddo c’è e si vede! L’acqua in alcuni punti è gelata e attorno a dei pali marci ha formato dei cerchi incredibili. Molto suggestivo.
Dopo quasi cinque chilometri arriviamo al Bettolino la Foce, in questo periodo chiuso, e dopo aver passato il casone di guardia, dove venivano controllate le barche per cercare di limitare la pesca di frodo, continuaiamo la camminata lungo un argine che delimita acqua “più alta” e acqua “più bassa”: siamo letteralmente in mezzo al mare, qui controllato dai canali.
Raggiunta la Torre Rossa, ex forte usato per la difesa del mare nel XVII secolo e poi successivamente per il controllo del contrabbando, siamo proprio di fronte le saline. In questo periodo freddo non sono attive, quindi riusciamo a vedere solo le divisioni di queste più alte visto che sono piene d’acqua.
Tornati sull’argine principale per il giro, piccola deviazione in una zona paludosa e poi via ancora dritti fino alle chiuse e alle case di pesca del canale Logonovo. Un’altana c’invita a salire per osservare dall’alto le opere idrauliche.
Continuando lungo il canale arriviamo al ponte della SS Romea. Senza proseguire oltre decidiamo di passare su di esso, ponendo attenzione alle auto che qui sfrecciano veloci. Poi ci riportiamo sulla pedonale/ciclabile che corre a fianco della strada sull’argine del bacino che fin qui abbiamo costeggiato. Peccato solo che un muretto annulli i panorami.
Tornati a Comacchio entriamo come si usava in tempi passati, ovvero attraverso il Ponte Pallotta (o Trepponti), antica porta d’entrata sia per le genti che per le barche. Un vero gioiello architettonico. Due gradinate che salgono dall’esterno e tre dall’interno del paese; un canale in entrata e due all’interno, e nascosta sotto la biforcazione delle acque.
Da qui la ricerca di un posto dove riempire la pancia, dove poi mangeremo un superbo risotto di branzino appena pescata (il locale è il ristorante DiVino, nei pressi del Duomo). Dopo pranzo, un giro in centro per vedere le bellezze del borgo e per concludere al meglio la giornata prima di rientrare a casa.
Un bellissimo giro con scorci fantastici. Forse il periodo migliore non è gennaio ma aprile o maggio, ma anche così, girando senza incontrare praticamente nessuno, è veramente piacevole scoprire queste zone.
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..bel giro …Complimenti..Hai avuto il tempo di fare il moroso..bravi.