Secondo giorno
Una notte burrascosa, fra saette cadute a pochissima distanza, forte vento e grandine, ma il sonno non è venuto meno. Ci svegliamo prestino mentre il sole prova a salire sopra le nubi che ancora coprono le cime che s’allungano a destra e a sinistra del Duranno.
Dopo un’abbondante colazione si decide, visto il grande dislivello macinato il giorno precedente, per salire a La Palazza. Ripassiamo per la cava mentre qualche assonnata marmotta sembra quasi non far caso a noi. Una tabella ci indica sul dove andare e poi bolli e ometti ci indicano la strada.
Riusciamo a dare uno sguardo al Bosconero e alla Rocchetta Alta, ma per il resto le nuvole avvolgono le cime dolomitiche. Anche oggi vari camosci che corrono sui pendii sottostanti, veloci e sicuri nel loro ambiente più congeniale.
Arrivati alla zona dei mughi il sentiero passa dove questi sono stati tagliati, mentre il carsismo ha creato nei millenni delle forme e delle buche incredibili. Impressionante anche il larice secolare che forma un arco dove bisogna passarci sotto. La natura ci meraviglia di continuo!
Usciti dai mughi entriamo nelle nuvole. Con calma e prendendoci comunque il nostro tempo arriviamo sotto le pareti della cima odierna. Le aggiriamo sulla sinistra dove un ripido pendio verde con un’esile traccia (altro piccolo ometto rimesso a posto) e un’ultima rampa ghiaiosa ci conducono sulla cima. Un autoscatto e nulla di più, nuovamente come sul Borgà i panorami sono azzerati.
Scendiamo da dove siamo venuti e ci concediamo una piccola deviazione solo per salire sulla prominenza del Buscada, dove dentro a un vecchio barattolo mezzo aperto il “libro” di vetta sta prendendo troppa umidità. Lascio in un bigliettino i nostri nomi e chiudo bene il tappo, poi riprendiamo la discesa.
Nuovamente alla cava torniamo alla ricerca dei soliti fossili e come sempre si fanno nuove scoperte. Valentina mi indica una vipera che sfortunatamente non riesco a fotografare. Peccato perché era veramente un bellissimo esemplare. Poi un passaggio al rifugio per prendere lo zaino lasciato e per salutare i gentilissimi gestori Roberta e Giampiero: ci siamo trovati veramente bene, dormendo di gusto e mangiando ottimamente e abbondantemente. Sicuramente consigliatissimo per quanto ci riguarda, anche per una gita domenicale.
Il rientro lo facciamo lungo la strada forestale, senza correre, respirando l’aria del bosco fino gli ultimi metri. Felici.
Due giorni magnifici, scoprendo finalmente i famosi Libri di San Daniele ed il Borgà, vivendo in maniera intensa la montagna e soggiornando in uno dei rifugi meglio gestiti di sempre. Valentina e io, il massimo.
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