Era da un anno che con il buon Max, le poche volte che ci si sentiva, si tirava fuori quella giornata così ventosa che il rischio di prendere una croda in testa era così alto da farci tornare alla macchina dopo essere arrivati quasi sotto alla parete della Croda Negra. Si voleva fare la Gianleo ma la rinuncia fu più che saggia.
Però a Max la voglia d’andare là non era passata. Io avevo già percorso la logica linea di Cipriani, però sapere la qualità della roccia su gradi bassi portava anche a me la voglia di rifarci più che volentieri un giretto.
Così arriva il 7 luglio. Pian piano, fra molte stelle alpine, percorriamo l’avvicinamento. L’aria frizzante del mattino si riscalda e quando arriviamo all’attacco la temperatura è ideale per iniziare a salire.
Max preferisce godersi le vie da secondo e io non disdegno di fare questa ripetizione da capo cordata. Solo sul secondo tiro non ricordo bene dove andare e così ne vien fuori qualche metro un po’ più duro di quello che si trova in relazione, ma niente di trascendentale.
Una chiacchera, una pausetta per una sigaretta, una sosta un po’ più lunga e nel mezzo i tiri che si susseguono quasi secondariamente rispetto a tutto il contorno. Però di sicuro il piacere d’arrampicare su questa fantastica dolomia non manca. Il tempo passa che quasi non ce ne rendiamo conto.
Sbuchiamo fuori della via con due sorrisi a trentadue denti. Max è contento come un bambino. Io pure ma forse non lo do a vedere.
Una foto alla vicina cima della Croda Negra e poi iniziamo il rientro, fra saliscendi e trincee, in direzione del magnifico Averau. E il nostro parlare non si interrompe, le risate nemmeno. Così una giornata scivola via senza accorgercene.
RELAZIONE via “Gianleo” alla Croda Negra
Ripetitori (04/7/2019): Andrea Favret e Max
Zona: Dolomiti Bellunesi
Gruppo: Averau – Nuvolau
Cima: Croda Negra, 2516 metri slm
Parete: Sud-Ovest
Sviluppo: 200 metri
Dislivello: 170 metri
Per raggiungere l’attacco partire dal rifugio Fedare e passare sotto alla seggiovia seguendo la strada bianca. Dopo un centinaio di metri seguire la mulattiera di destra che porta a un tabià. Da questo puntare direttamente a una croce posta sopra una grotta di guerra e poi a sinistra verso un’altra grotta sotto a un torrione (ben visibile dal tabià). Da questa salire per ghiaie alla forcella soprastante e poi stando a sinistra puntare la parete della Croda Negra. Non abbassarsi troppo ma rimanere alti, l’attacco si trova sul lato destro della parete, su un piccolo pianerottolo erboso, a circa un centinaio di metri dalla sella che divide la nostra parete e la Torre Esperia. Alla base si rinviene una piccola piccola freccia di colore rosso con pallino.
Primo tiro. Risalire per rocce lavorate fino a una sosta su due chiodi (IV- poi III). 20 metri
Secondo tiro. Proseguire ora lungo la larga fessura che sale leggermente a destra (III) per poi riportarsi verso sinistra (IV-) alla sosta su dei spit. 35 metri
Terzo tiro. Arrampicare i tre metri soprastanti (IV) per poi delle ghiaie alla sosta su spit e clessidra (I). 25 metri
Quarto tiro. Salire ancora per ghiaie e detriti (I, attenzione a non smuovere sassi) fino a un’evidente parete nera, alla sua base si perviene uno spit ove sostare. 50 metri
Quinto tiro. Verticalmente fino a una clessidra, poi obliquare a destra superando una seconda clessidra e puntando allo spit (III+). Dalla protezione metallica spostarsi un po’ a destra e salire verticalmente (IV) per poi nuovamente in obliquo verso destra fino alla sosta sempre su uno spit (III+ poi III). 35 metri
Sesto tiro. Con andamento obliquo verso destra e trovando un paio di spit si arrampica fino all’uscita della parete (III con un passo di IV) dove si sosta su spuntone. 35 metri
Per la discesa seguire le tracce e gli ometti che portano al sentiero CAI 441, poi per questo al rifugio Averau e da lì per comoda mulattiera al rifugio Fedare.
Note. Oltre alla NDA consigliati 6 rinvii, qualche cordino e friends medi.
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